CORRIERE ADRIATICO - dal 1860 il quotidiano delle Marche
edizione del 2 giugno
Il segretario nazionale ha commentato la chiusura del contratto sul pubblico impiego. E Baldelli polemizza
Lo ha detto ieri durante la manifestazione della Cgil in teatro con l’intervento di Guglielmo Epifani
Il sindaco: “Mettiamo in regola 65 precari”
Manuela Alberini
Pesaro - Guglielmo Epifani arriva al teatro Rossini alle 10.30. Il segretario nazionale della Cgil, ospite d’onore della manifestazione organizzata per i 100 anni della camera del lavoro di Pesaro e Urbino, viene accolto da un sorridente Roberto Ghiselli, segretario provinciale della Cgil, che cerca subito di farlo entrare in teatro, già gremito di gente da oltre un’ora.
“Quando una camera del lavoro arriva a compiere 100 anni di vita - dice Epifani prima di entrare -, quando un sindacato raggiunge un secolo di storia vuol dire che ha radici molto profonde”. E sul contratto del pubblico impiego “chiuso” di recente con il governo, dice: “Dopo 17 mesi si risponde, seppure in ritardo, a un diritto dei lavoratori. Ma c'è da mettere mano a una riforma della pubblica amministrazione, che vogliono sia i sindacati sia la Cgil”.
Una bella notizia, sempre sul pubblico impiego, l’ha data il sindaco di Pesaro: “Celebrando i 100 anni della camera del lavoro - ha detto Ceriscioli - sono particolarmente lieto di comunicare che, con una decisione presa dalla giunta comunale giovedì, a seguito ed ad attuazione di un accordo sottoscritto con i sindacati, abbiamo approvato tre delibere con le quali si stabilizzano 65 precari del Comune. Questa è la nostra linea e così vogliamo continuare”. Ma sul pubblico impiego, al segretario Cgil risponde subito l’on Simone Baldelli (Fi): “Se Epifani, all’indomani di una estenuante trattativa in cui i sindacati hanno ottenuto per i dipendenti pubblici un aumento importante e a pioggia, mentre il governo non ha avuto come contropartita nessun aumento in termini di produttività e di servizi per i cittadini - replica -, sostiene che è necessaria una riforma della pubblica amministrazione, c’è da farsi venire i brividi e da aspettarsi il peggio, perché significa che pensa ad un sistema pubblico in cui la produttività, la mobilità e la meritocrazia non siano le parole d’ordine di un nuovo corso, ma siano destinate a rimanere solo slogan vuoti”.
Epifani ha anche risposto a chi gli chiedeva delle pensioni. “Occorre togliere ciò che ha fatto il vecchio governo, che non va assolutamente bene, e trovare un equilibrio, senza drammatizzazioni o aut aut, ricercando una soluzione che tenga insieme i diversi interessi. Quello delle pensioni è una specie di tormentone che accompagna molte generazioni. Il termine riforma si usa spesso impropriamente, meglio parlare di una manutenzione del sistema, che dovrà conciliare le esigenze di coloro che non ce la fanno a mantenere il posto di lavoro, di quanti vengono messi fuori dalle aziende, e delle future generazioni, alle quali non puoi promettere una pensione troppo bassa quando saranno diventati anziani. Il problema è quello di riequilibrare il sistema”.
Dunque, il 3 giugno del 1907 nasceva la Camera del lavoro di Pesaro, per ricordare l’avvenimento la Cgil ha organizzato in provincia tutta an serie di iniziative, e quella di ieri al Rossini è stata la conclusiva. Una breve esecuzione musicale degli allievi del Conservatorio Rossini ha dato il via alla cerimonia, in un “omaggio alla memoria - ha detto Epifani - che è anche un omaggio ai protagonisti della storia italiana”. Molto apprezzata la relazione del segretario provinciale della Cgil. “Ricostruire gli eventi del passato, studiarli e farli conoscere - ha detto Roberto Ghiselli - è utile anche per capire che i diritti che abbiamo non ci sono stati regalati ma sono stati conquistati con lotte e sacrifici. Per difendere questi diritti è necessario lottare ancora”. Oggi la Cgil della Provincia di Pesaro e Urbino conta più di 53 mila iscritti e un volume a cura di Andrea Bianchini intitolato “Lavoro, diritti, memoria” ne celebra il ricordo.
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sabato 2 giugno 2007
CORRIERE ADRIATICO - ed. 2 giugno - Il segretario nazionale ha commentato la chiusura del contratto sul pubblico impiego. E Baldelli polemizza
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