domenica 23 settembre 2007

IL TEMPO: E' SOLO L'INIZIO


di NICOLA IMBERTI «È solo l’inizio».

Dal piccolo palco allestito su piazza del Pantheon Daniele Capezzone dà il via alla manifestazione organizzata dal suo movimento-network Decidere.net contro la riforma delle pensioni messa a punto dal governo. Davanti a lui una platea variegata e bipartisan (circa 1000 persone secondo la Questura, dalle 100 alle 200 per Marco Pannella) che si mischia ai numerosi turisti che affollano la piazza. Qualcuno ipotizza che la cosa non sia affatto casuale e che Capezzone abbia oculatamente scelto il luogo per mascherare il flop dell’iniziativa. Malignità che non toccano gli organizzatori che, anzi, si dichiarano pienamente soddisfatti. Dopotutto, insiste Capezzone dal palco, «questo è solo l’inizio». E l’ex leader Radicale, oggi corteggiato più dal centrodestra che dal centrosinistra, non ha tutti i torti visto che la sua «Marcia per la tua pensione!» (dopo il comizio i presenti si sono diretti verso la sede della Cgil) rappresenta l’antipasto di un ottobre che vedrà scendere in piazza un po’ tutte le forze politiche. Il 6 ottobre toccherà ai Circoli della libertà «occupare» pacificamente la nuova Fiera di Roma con il loro meeting nazionale. Il 13 ottobre, sempre a Roma, Alleanza Nazionale scenderà in piazza per chiedere «Meno tasse e più sicurezza». Gran finale il 20 ottobre con la Cosa rossa che a piazza del Popolo proverà a compattarsi (Sinistra Democratica non ha ancora deciso se parteciperà o no e i Verdi spingono per organizzare un altro evento) contro il protocollo del Welfare e la legge Biagi. Contestualmente, al teatro Capranica, il comitato nazionale per la difesa e l’attuazione della legge Biagi capitanato dall’economista Giuliano Cazzola metterà in scena una contro-manifestazione. Il tutto senza dimenticare le primarie del Partito Democratico del 14 ottobre che, nei sogni degli organizzatori, dovrebbero riuscire a mobilitare circa 2 milioni di persone. In questo panorama Daniele Capezzone con i suoi 200 ragazzi è solo un antipasto. Un antipasto che ha comunque richiamato a piazza del Pantheon un’umanità variegata. Ci sono i giovani di Forza Italia perfettamente organizzati con bandiere, striscioni su cui campeggiano slogan del tipo «Papà non rubarmi la pensione» e «La Cgil ruba ai giovani per dare ai baby pensionati», gazebo. Con loro in piazza, oltre alla coordinatrice Beatrice Lorenzin, l’ex sottosegretario di Stato Maurizio Sacconi, il vicecoordinatore nazionale Fabrizio Cicchitto, il deputato azzurro Simone Baldelli. Vista l’occasione hanno ben pensato di far quadrare i conti vendendo qualche gadget. Dieci euro per la maglietta chiara con la scritta «Caucasico, europeo, cristiano, eterosessuale - Affrettarsi ultimi pezzi», 15 per quelle scure con la faccia del Che coperta da un divieto e la scritta «Mai stato comunista» o con lo slogan «Io non sono stato così coglione». C’è anche il gilet catarifrangente su cui campeggia la scritta «Stiamo riparando i danni di Prodi». Ma se i giovani azzurri sono sicuramente i più visibili gli altri non sono da meno. Nutrita, almeno nel numero delle bandiere esposte, la pattuglia dei Riformatori Liberali guidati da Marco Taradash e Benedetto Della Vedova. Più in là ecco un gruppetto di Giovani socialisti (che danno alla piazza un tocco bipartisan). C’è anche una bandiera rossa con foglia di edera e la scritta Partito Repubblicano Italiano che con le bandiere del Partito liberale riporta la memoria a tempi andati. Tempi andati anche per il garofano rosso all’occhiello che «illumina» la giacca nera di un distinto signore posizionato dietro lo striscione Rifondazione socialista. Insomma vecchio e nuovo si mischiano in una piazza che vuole comunque mandare un segnale chiaro a palazzo Chigi: la riforma delle pensioni, così come è stata pensata, non va. Sul palco gli slogan sono fin troppo chiari: «Non accontentarti di una mezza pensione», «Sulle pensioni l’Italia sta facendo un passo indietro», «Stanno togliendo la pensione ai più giovani». E Capezzone rincara la dose: «Marciamo contro una riforma dettata da sindacati a sinistra comunista. Con questa riforma un ragazzo precario deve versare un quarto del suo stipendio per pagare la pensione di anzianità ai 58enni. Una cosa che non si vede in nessun’altra parte del mondo». In piazza arriva anche il candidato alla segreteria del Pd Mario Adinolfi che subito spiega: «Sono qui perchè c’è un pezzo di Partito Democratico che condivide alcuni dei punti della piattaforma lanciata da Daniele e con lui vuole dialogare per recuperare un rapporto che oggi è un po’ teso». Un venditore di fischietti si aggira fra la folla urlando con spiccato accento napoletano: «Fischietti per la pensione intera, l’originale. Diffidate dalle imitazioni». Poi si avvicina ad un gruppo di ragazzi azzurri: «Dovete dire a Berlusconi che non può fare una manifestazione il 2 dicembre in contemporanea a Roma e a Milano. Deve farla il 2 qui e il 3 al Nord altrimenti io non ci posso essere e chi li vende i fischietti?» Poco distante Sacconi e Cicchitto vengono avvicinati da Stefano Catania un promotore finanziario nato ad Hammamet e appassionato della vita di Bettino Craxi. Sotto braccio ha una biografia dello scomparso leader socialista. Chiede una foto insieme ai due politici che, memori del loro passato nel Psi, non rifiutano. Sul palco proseguono gli interventi. I giovani di Forza Italia battibeccano con i giovani socialisti. Si ricorda la figura di Marco Biagi a cui viene tributato un minuto di silenzio. Sacconi, che con lui ha lavorato, ricorda la demonizzazione della legge che porta il suo nome e ricorda: «Il 20 ottobre a piazza del Popolo si riunirà il peggio di questo Paese che chiede la cancellazione della Biagi. Al Capranica noi riformisti ci riuniremo per difenderla». Il prossimo appuntamento è già fissato.

n.imberti@iltempo.it

domenica 23 settembre 2007

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