domenica 31 maggio 2009

RASSEGNA STAMPA 31 MAGGIO 2009


Gasparri: «L’Ordine accerti se Repubblica intervistò gratis Gino» - di Redazione
Il giorno dopo, l’affaire degli scoop gossipari assomiglia a uno shanghai dove si accavallano accuse e controaccuse, richieste di spiegazioni e minacce di azioni legali. L’articolo e le fotografie pubblicate da il Giornale che provano come l’ex fidanzato di Noemi, Gino Flaminio, sia disposto a rilasciare interviste a pagamento, fa sorgere più di un dubbio sulla sua attendibilità come testimone. Lui, il giovane che Repubblica aveva utilizzato come testa di ponte per insinuare che Silvio Berlusconi avesse una relazione non chiara con Noemi, ora appare meno integro.
Il primo a commentare è il vicepresidente della Camera, Antonio Leone (Pdl): «Il fatto che Flaminio parli dietro compenso fa riflettere. Come mai i moralisti della sinistra stavolta non si indignano? La loro indignazione funziona a corrente alternata, sempre contro Berlusconi». Stesso tono per Simone Baldelli, vicepresidente dei deputati Pdl, che punta il dito contro «l’aggressione mediatica ricca di falsità orchestrata ad arte contro il premier». «È poi preoccupante - prosegue Baldelli - il compiacimento irresponsabile dell’opposizione per un Paese dove gettare ombre sul presidente del Consiglio possa diventare un business».
Già, l’opposizione. Dal Pd e dall’Italia dei Valori non si registrano reazioni, quando invece all’indomani della pubblicazione dell’intervista su Repubblica in molti erano stati velocissimi a saltare sul carro dell’indice puntato contro il premier. È sul fronte della stampa, invece, che la situazione si scalda. Perché il fatto che Flaminio intaschi denaro da due sconosciuti per rilasciare dichiarazioni instilla il demone del dubbio negli esponenti della maggioranza: anche Repubblica avrà versato un obolo? È il nodo cruciale della vicenda e lo sa bene il capogruppo del Pdl in Senato, Maurizio Gasparri: «Berlusconi ha dato lavoro anche a Gino, dato che apprendiamo come il ragazzo offra a prezzi variabili interviste e dichiarazioni sul Cavaliere. Bisogna ironizzare su questa miserevole vicenda, ma mi rivolgerò comunque all’Ordine dei giornalisti perché vogliamo sapere chi e quanto ha pagato Repubblica per determinate interviste. Un tanto al chilo? Le vestali dell’informazione non hanno nulla da ridire?». Pronta la replica del quotidiano diretto da Ezio Mauro: «Sfidiamo Gasparri a dimostrare che sia stato pagato anche un solo centesimo per l’intervista a Gino Flaminio». Il foglio di Largo Fochetti è categorico: «Lo stesso Flaminio ha confermato al Corriere della Sera e al Giornale di non aver preso soldi da noi. In caso Gasparri non riesca nell’impresa di dimostrare le sue insinuazioni, lo autorizziamo fin d’ora a vergognarsi».
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Berlusconi: il Pdl sarà leader anche nel Ppe
CRONACA (PAG.12) 31-05-2009
DA ROMA MASSIMO CHIARI
« S iamo stati attaccati dall’opposizione con una campagna elettorale basata sull’insulto, sull’aggressione personale, sulle calunnie volgari portate avanti da tutti i giornali della sinistra...». Silvio Berlusconi si ferma per qualche istante e azzarda una previsione: «Questa campagna elettorale contro di me, però, si è trasformata in un boomerang per la sinistra». Il premier guarda al voto del prossimo 6 giugno con fiducia e rivela: gli ultimi sondaggi ci danno consensi in continua crescita. Presto allora i numeri prendono il posto delle parole. «Se avremo un risultato superiore al 40 per cento (e visto che gli ultimi sondaggi ci davano tra il 43 e il 45 sono sicuro che sarà così) avremo la leadership del Ppe e saremo quindi decisivi nel Parlamento europeo e potremo anche contare sulla presidenza che verrà assunta dall’attuale vicepresidente Mario Mauro». Il messaggio è chiaro, ma il premier vuole rafforzarlo. «Dobbiamo andare a Bruxelles per dare un drizzone a questa Europa perchè così com’è non funziona. Oggi non è protagonista sulla scena internazionale, non ha una politica estera unica, non ha una politica della difesa comune... Per questo, in queste prossime elezioni gli italiani pensino bene che dobbiamo andare in Europa con un gruppo forte, non buttino via il voto dandolo a partitini che non raggiungeranno il 4 per cento o se lo supereranno avranno al massimo 3-4 deputati che in Europa non conteranno niente».
C’è fiducia. Anche nella Lega. E allora Bossi considerando l’esito della sfida segnato invita ad abbassare i toni. «È giusto, tanto ormai chi deve vincere, cioè la Lega, è sicuro che vince. La sinistra è sicuro che perde», dice il capo della Lega che torna anche a rilanciare le riforme: «Bisogna farle e camminano da sole... Quando arriva il momento di cambiare, lo si fa, volenti o nolenti. Il Paese non può non cambiare, o cambia o va a picco. E la nostra gente non vuole andare a pic- co». Già le riforme. Ma con il confronto con l’opposizione? Berlusconi è scettico e a chi gli domanda se è possibile una ripresa della collaborazione con la sinistra risponde secco: «No, questa sinistra è troppo divisa, scollegata con la gente. Noi no, ascoltiamo ciò che dice e vuole la gente ». Insomma nonostante i ripetuti appelli ad abbassare i toni il clima è incandescente. «Contro il presidente Berlusconi è stata orchestrata ad arte e con ogni mezzo un’aggressione mediatica violenta e carica di falsità», dice Simone Baldelli, vicepresidente del gruppo Pdl alla Camera. Daniele Capezzone, il portavoce del Pdl, va oltre: «Contro Berlusconi è in corso una indegna caccia all’uomo. Chi per aggredirlo politicamente (come accade da parte di un’opposizione disperata), chi per tentare di colpirlo (come è evidente da parte di alcuni gruppi editoriali). Ma gli sciacalli della politica e dell’editoria commettono un grave errore di calcolo: gli italiani non ci cascano più». Insomma c’è fiducia verso il voto europeo. Ma il clima infuocato? E le voci di un Berlusconi tentato dal voto anticipato per sfuggire all’accerchiamento? Gianfranco Rotondi non ci crede: «Berlusconi non ha nessuna intenzione di andare al voto anticipato, nè la mossa servirebbe a fermare chi vuol rovesciare il voto. Possiamo votare anche una volta l’anno e prendere l’80 per cento, ma ci sono poteri oscuri a cui la democrazia fa schifo specie se gli elettori la usano per scegliere noi». Berlusconi però consapevole della forza crescente dell’alleanza di centrodestra sembra non temere nessuno scenario e lo dice: «Abbiamo un’alleanza di ferro con la Lega e quindi non temiamo di dover tornare alle urne».
Il premier: la campagna della sinistra contro di me è un boomerang. Poi parla di voto utile: inutile scegliere partiti che avranno al massimo 3-4 deputati. Il Carroccio: noi vinceremo di sicuro

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