mercoledì 23 settembre 2009

22.09.2009 - Intervento nelle commissioni riunite I e XI sul decreto legislativo Brunetta sul pubblico impiego

Resoconto delle Commissioni riunite
I (Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e XI (Lavoro)


martedì 22 settembre 2009

Schema di decreto legislativo recante attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Atto n. 82.

Simone BALDELLI (PdL) richiama la discussione svolta nel corso dell'esame della legge n. 15 del 2009 e ricorda come in questa fase spetti alle Commissioni parlamentari una valutazione sulla corrispondenza delle disposizioni dello schema di decreto legislativo rispetto alla legge di delega.
Rileva che, come già evidenziato in precedenza, il problema delle pubbliche amministrazioni nasceva a monte, da un cattivo datore di lavoro e da una cattiva rappresentanza sindacale. Entrambi, infatti, non hanno preteso efficienza e meritocrazia producendo, di fatto, fannulloni.
Ricorda come la battaglia contro i fannulloni sia stata promossa anche dal collega Ichino, attualmente appartenente al Partito Democratico, che scrivendo su Il Corriere della Sera richiamava la classe politica ad adottare un nuovo passo nelle relazioni industriali del Paese. Ricorda quindi come in questa fase si stiano ridisegnando i comparti e rivedendo i criteri di rappresentanza anche con l'affiancamento di quattro nuovi comparti per la fase transitoria, come previsto dall'articolo 63.
Sottolinea, quindi, l'importanza di ridefinire le relazioni industriali per avere risultati concreti poiché la parte datoriale - ovvero il Governo - e la dirigenza, devono pretendere meccanismi di premialità e la parte sindacale deve accettare tale sfida.
Rileva come tali elementi siano quindi presenti in molte parti dello schema di decreto legislativo in esame. Ricorda, in particolare, come l'istituenda Commissione di valutazione sia stata oggetto di un travagliato iter e di una battaglia che lui stesso ha promosso con il collega Nicolais, quando era Ministro della pubblica amministrazione durante il Governo Prodi. Al riguardo, vi sono state vicende alterne in merito al potenziamento o meno di tale Commissione per un atteggiamento ondivago dell'allora Ministro Nicolais che aveva ipotizzato prima l'istituzione di una authority, poi di una Commissione, quindi di un organismo legato al CNEL per poi tornare all'ipotesi di una Commissione. Ricorda come lui stesso aveva presentato un emendamento per riproporre l'originaria configurazione ipotizzata dal Ministro Nicolais e per coerenza ritiene che la sfida riformista, promossa dalla collega Lanzillotta, volta a dare maggiore autonomia e forma alla Commissione sia da accogliere, anche alla luce delle previsioni della legge di delega.
Richiama poi la questione della produttività ricordando come, sostanzialmente, vi siano due filoni di pensiero riferiti alla riforma delle pubbliche amministrazioni. Da una parte, coloro che per anni hanno individuato nella dirigenza la causa di tutti i mali e, dall'altra parte, chi crede che la risposta debba essere trovata in una loro responsabilizzazione. Il provvedimento in esame attribuisce quindi ai dirigenti poteri datoriali e meccanismi valutativi del personale, con ciò seguendo la strada a suo avviso condivisibile di una loro responsabilizzazione, chiaramente accompagnata da sanzioni economiche nel caso in cui gli obiettivi non vengano raggiunti.
In tale direzione ritiene sicuramente positivi gli interventi previsti verso una sempre maggiore trasparenza e meritocrazia.
Considera la polemica sulle percentuali di attribuzione del trattamento accessorio marginale rispetto all'obiettivo. Ritiene infatti necessario partire dal presupposto per cui distribuire a pioggia i premi e i trattamenti accessori costituisca una soluzione assurda tanto più nella pubblica amministrazione italiana, nota per le sue inefficienze e per l'elevato tasso di assenteismo.
Ritiene quindi importante che per la prima volta siano stabiliti dei tetti percentuali, nel presupposto che una classifica degli uffici non può non essere possibile, tanto più se l'obiettivo è quello di una corsa al rialzo della produttività. La ripartizione in percentuali prevista dall'articolo 19 è quindi una misura di buon senso, essendo ragionevole ritenere che il 25 per cento di figure particolarmente meritevoli abbiano conseguenti premi e che il 50 per cento del personale abbia dei riconoscimenti mentre, credibilmente, le restanti figure saranno state meno produttive. Sottolinea come in questo modo si salvaguarda il principio senza arrendersi ad un egualitarismo tout court.
Sottolinea, quindi, la necessità di non perdere la sfida che si ha di fronte in questo momento, senza abbandonarsi a mille deroghe e senza annacquare le misure previste per una mera esigenza di egualitarismo. Occorre infatti mantenere alto il livello degli standard di premialità attraverso gli strumenti giuridici disponibili. Per tali ragioni, è necessario che tali misure costituiscano dei principi applicabili per tutti i pubblici dipendenti, pur restando salva la facoltà delle autonomie locali di tradurli concretamente in realtà.
Ribadisce, in conclusione, la necessità di vincere insieme la sfida che ci si trova davanti tenendo conto anche dei messaggi costruttivi che, pur nelle critiche, sono stati formulati dai gruppi di opposizione. Auspica quindi che l'importante riforma che si sta realizzando possa essere attuata in tempi brevi, considerato che è già stato perso molto tempo e che con il provvedimento in esame - sicuramente perfettibile in alcuni aspetti - si potrà ribaltare una logica sedimentata da anni dando un concreto segnale ai cittadini che fruiscono del servizio pubblico e che molto spesso sono quelli delle fasce più deboli, considerato che gli altri possono fare ricorso ad agenzie e a servizi privati. Un migliore funzionamento del front office e del back office è dunque, in primo luogo, un obiettivo da raggiungere in favore dei cittadini appartenenti alle fasce meno abbienti.

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