La Camera,
premesso che:
la lotta alle ecomafie deve costituire obiettivo prioritario nelle strategie di sicurezza del Paese, sia per le dimensioni economiche del fenomeno, sia per il pericolo che i reati ambientali costituiscono per la salute pubblica e per l'ecosistema;
il 7 ottobre 2009 è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la procura nazionale antimafia e il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, volto proprio ad assicurare un maggiore coordinamento informativo ed operativo delle risorse destinate alla lotta alle ecomafie e, più in generale, ai crimini ambientali;
nelle scorse settimane la procura della Repubblica di Paola ha aperto un'inchiesta basata, tra l'altro, sulle rivelazioni di un pentito, volta a verificare se il relitto di una nave inabissatasi al largo di Cetraro sia o meno quello del mercantile Cunsky, che sarebbe stato utilizzato dalla 'ndrangheta per il trasporto di rifiuti radioattivi e che sarebbe stato affondato nel 1992;
le indagini fin qui effettuate dall'Arpa Calabria sono state in grado di rilevare nel luogo indicato dal citato pentito un relitto, senza, però, riuscire, a causa della profondità a cui si trova lo stesso e delle attrezzature utilizzate, ad identificare la nave e a verificare l'esistenza di eventuale materiale tossico;
la procura della Repubblica di Paola ha individuato la presenza di zone del territorio interessate dalla presenza di rifiuti anche tossici, sulle quali risultava indispensabile un immediato intervento di caratterizzazione e bonifica;
il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha immediatamente attivato un gruppo di lavoro, cui prendono parte, oltre agli esperti dello stesso ministero, tra gli altri, la Presidenza del Consiglio dei ministri, l'Ispra, l'Arma dei carabinieri, la guardia costiera, volto a pianificare gli interventi da attivare per la rilevazione e la gestione del rischio ambientale derivante dai fatti segnalati dalla procura di Paola;
sia la procura di Paola sia la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, succedutesi nelle indagini, hanno ritenuto di incaricare il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di compiere tutte le attività necessarie alla messa in sicurezza delle aree inquinate a terra, all'identificazione del relitto al largo di Cetraro e alla verifica dell'eventuale esistenza a bordo di rifiuti tossici;
il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha già sottoposto alla procura di Paola un piano di caratterizzazione e di messa in sicurezza delle aree a terra e ha già inviato sul luogo dell'avvistamento del relitto una nave oceanografica geostazionaria, in grado di accertare l'identità della nave e l'eventuale presenza di rifiuti tossici a bordo o nelle sue vicinanze;
un'altra procura calabrese ha chiesto al ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di compiere i medesimi accertamenti in altro tratto di mare, ove si sospetta possa essere presente un altro relitto contenente rifiuti tossici, e il reparto ambientale marittimo della guardia costiera esistente presso lo stesso ministero sta compiendo operazioni di monitoraggio in altri tratti di mare, tra cui quelli antistanti le coste liguri, per verificare la segnalazione della presenza di un relitto contente un carico nocivo per la salute e l'ambiente;
a prescindere dagli esiti delle indagini sopra indicate, esiste l'esigenza di un monitoraggio sui siti di tutti i naufragi sospetti (individuati con la collaborazione della magistratura e, in particolare, della direzione nazionale antimafia), con le coste e le aree limitrofe, al fine di accertare l'esistenza di carichi nocivi nei relitti e provvedere immediatamente a porre in essere gli eventuali interventi di messa in sicurezza e bonifica che si rendessero necessari;
è necessario inquadrare tale attività di monitoraggio in una più ampia strategia di lotta alle ecomafie, rafforzando il coordinamento tra diverse forze operanti nell'attività di contrasto ai reati ambientali;
tale operazione di monitoraggio, di eventuale recupero dei relitti e di messa in sicurezza e bonifica delle aree ha costi elevati, che possono essere sostenuti solo attraverso un intervento straordinario del Governo, volto a far luce in modo definitivo sul fenomeno, fornendo alle popolazioni rassicurazioni sulle effettive condizioni del mare, sugli eventuali pericoli per la salute pubblica e sugli interventi effettuati e programmati;
tali attività devono essere accompagnate da misure di intervento economico in favore dei settori economici che maggiormente hanno risentito delle notizie di stampa riguardanti le cosiddette «navi dei veleni» e dei divieti di esercizio di attività commerciali;
anche la Commissione Bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti ha avviato attività conoscitive sulla vicenda in collaborazione con il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e con le magistrature competenti,
impegna il Governo:
a proseguire con il massimo impegno nell'attività di identificazione dei relitti sospetti e di verifica dell'eventuale esistenza di carichi nocivi per la salute pubblica o per l'ambiente, fornendo il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle risorse finanziarie e tecnologiche necessarie per far luce su questa gravissima vicenda;
a continuare ad assicurare ogni possibile sostegno alla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e alla procura di Paola e, più in generale, alla magistratura che svolge attività di indagine su fenomeni quali quello in questione, dotando il ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare delle risorse finanziarie e tecnologiche necessarie;
ad avviare un ampio programma di monitoraggio dei siti di tutti i naufragi sospetti (individuati con la collaborazione della magistratura e, in particolare, della direzione nazionale antimafia), con le coste e le aree limitrofe, al fine di accertare l'esistenza di carichi nocivi nei relitti e provvedere immediatamente a porre in essere gli eventuali interventi di messa in sicurezza e bonifica che si rendessero necessari;
ad inquadrare tale attività di monitoraggio in una strategia di lotta alle ecomafie che assicuri il coordinamento tra le diverse forze operanti nell'attività di contrasto ai reati ambientali, contribuendo a porre in piena luce i rapporti con le organizzazioni criminali;
a proseguire nella realizzazione delle attività di messa in sicurezza e bonifica dei siti inquinati da rifiuti tossici, in modo da assicurare la tutela massima della sicurezza, dell'igiene e della salute;
a continuare ad assicurare il costante rapporto con gli organismi internazionali e, in particolare, con l'Unione europea, in modo da garantire il coinvolgimento della comunità internazionale sul problema dello smaltimento illecito dei rifiuti e, in particolare, sulla necessità di un'ampia azione di monitoraggio che tocchi l'intero bacino del Mediterraneo;
ad assicurare aiuti economici ai settori produttivi che hanno subito ingenti danni a causa della diffusione delle notizie riguardanti le presunte «navi dei veleni» o a seguito dei provvedimenti di divieto adottati dalle competenti autorità giudiziarie e amministrative.
(1-00258) «Ghiglia, Belcastro, Baldelli, Tortoli, Bonciani, Antonino Foti, Germanà, Gibiino, Pili, Scandroglio, Vella».
(26 ottobre 2009)
I video di Simone Baldelli
VEDI GLI ALTRI VIDEO CANALE YOUTUBE
IL PARLAMENTARE DEL MESE
VEDI GLI ALTRI VIDEO CANALE YOUTUBE
IL PARLAMENTARE DEL MESE
martedì 27 ottobre 2009
MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE RELATIVE ALLA PRESENZA DI NAVI CON CARICHI DI RIFIUTI TOSSICI AFFONDATE IN PROSSIMITÀ DELLE COSTE ITALIANE
Etichette: mozioni - XV Legislatura
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Iscriviti al: Podcast (Itunes)
Nessun commento:
Posta un commento