Discussione della proposta di legge: Modernizzazione, efficienza delle Amministrazioni pubbliche e riduzione degli oneri burocratici per i cittadini e per le imprese (A.C. 2161-A ) e delle abbinate proposte di legge: Pedica ed altri; Nicola Rossi ed altri; La Loggia e Ferrigno (A.C. 1505-1588-1688)
Stenografico Aula in corso di seduta
Seduta n. 171 del 18/6/2007
Discussione sulle linee generali - A.C. 2161-A
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, siamo nella fase della discussione sulle linee generali del provvedimento sulla modernizzazione della pubblica amministrazione. All'interno di esso, francamente, a parte alcuni aspetti che consideriamo marginali ed altri significativi ma non di grande sostanza, vi è un'assenza importante, quella dell'articolo 11, soppresso in sede di esame del provvedimento in Commissione Affari costituzionali nella giornata di giovedì.
L'eleganza con cui il relatore ha trattato l'argomento della soppressione dell'articolo 11 e il buon auspicio di un recupero di tale norma in aula, in un clima sereno, in realtà, non serve e non è utile a nascondere un caso politico che, attorno a tale articolo, si è venuto a creare.
È evidente che trattare della modernizzazione della pubblica amministrazione significa, per forza di cose, non soltanto discutere dei termini della pubblica amministrazione o dei rimborsi quando non sia efficiente e introducendo, quindi, obblighi risarcitori perfino senza spettanze. Una simile misura, a nostro avviso, può perfino rivelarsi una sorta di boomerang perché non crea una responsabilità selettiva, potrebbe costare molto e dare adito, persino, a fenomeni di corruzione.
Esistono, insomma, rischi e perplessità su taluni aspetti, ma riteniamo che, se si vuole affrontare veramente il tema della modernizzazione della pubblica amministrazione e di una maggiore efficienza della macchina dello Stato al servizio del cittadino, non si possa prescindere dal rapporto con i dipendenti della pubblica amministrazione, dalla loro retribuzione, dalla contrattualizzazione, dall'analisi e dal significato di essa, dall'incentivo alla produttività, dal fatto che il settore ormai è imbrigliato su molti aspetti da una contrattazione limitante.
Spesso, tale contrattazione, come il Ministro Nicolais sa bene, vede nella parte normativa del contratto una scarsa consistenza di obblighi alla mobilità, alla produttività e di incentivi; ha sostanzialmente cancellato la valorizzazione del lavoro straordinario; si concretizza soltanto in un tira e molla sul quantum, cioè sulla parte economica del contratto.
Questa è la storia dell'ultimo contratto del pubblico impiego, ma anche, forse, dei contratti precedenti. Riteniamo che una rivoluzione si debba fare a partire dal fatto che, probabilmente, sarebbe il caso di cominciare a pensare di introdurre meccanismi automatici all'interno di tale settore.
Ci informa la Banca Centrale Europea che l'Italia dà, ai dipendenti pubblici, il doppio di ciò che guadagnano, in aumento, i privati.
Esiste, quindi, un grosso squilibro tra i settori esposti alla libera concorrenza e quelli che non lo sono, ma che sono garantiti, protetti e spesso «ultrasindacalizzati», con una discrasia ed una disparità di trattamento assai forte. Tutto ciò viene segnalato dalla Banca Centrale Europea e ci piacerebbe, Ministro, che lo segnalasse anche l'ARAN. Aspettiamo, infatti, due rapporti trimestrali che l'ARAN non fornisce all'esterno.
Questa è una domanda che colgo l'occasione per porle, signor Ministro, ringraziandola della sua presenza, anche in considerazione di una certa situazione politica: la sua proposta, infatti, è stata mortificata dalla maggioranza parlamentare.
Gli aspetti concernenti la contrattazione del pubblico impiego, l'incentivazione della produttività, anche con riferimento ad una destinazione importante e selettiva dell'integrativo e a tanti altri ragionamenti che è possibile svolgere all'interno di tale quadro, rappresentano il nodo cruciale della questione basata sul principio per cui chi lavora venga pagato di più e chi non lavora venga sanzionato e pagato di meno. Stiamo parlando del fenomeno che all'esterno conosciamo, dalle colonne del Corriere della Sera, come il «fenomeno dei fannulloni». Tale fenomeno rientra nel grande calderone di inefficienza e di insoddisfazione che l'opinione pubblica e i cittadini che pagano le tasse in questo momento vivono con grande forza. Al suo interno, possiamo ricondurre anche la politica, con i suoi sprechi e le sue inefficienze, ma altresì una pubblica amministrazione che, pur pagata con le tasse dei cittadini, non corrisponde servizi efficaci, effettivi e commisurati alle reali esigenze dei cittadini.
In tale contesto, la lotta al cosiddetto fenomeno del fannullismo, quindi, ha un ruolo ed è la politica che deve riprendere in mano questa sfida. Pertanto, apprezzo anche l'eleganza e la disinvoltura del relatore sul punto in esame. Tuttavia, non possiamo - lo abbiamo anche affermato in Commissione - nasconderci dietro un dito con riferimento alla soppressione dell'articolo 11 del testo originario della proposta del Ministro Nicolais concernente l'istituzione di una Commissione indipendente presso il CNEL per svolgere valutazioni sul merito dei dipendenti pubblici, con competenze che possono anche essere opinabili, spesso cedute da altri enti, quali l'ARAN, la funzione pubblica e l'ISTAT. Tali competenze non risultano, infatti, particolarmente «forti» in termini di efficacia ed incisività: appaiono, forse, più indicate ad un centro studi che non ad una Commissione di lavoro che «vendichi» il cittadino dalle inefficienze del pubblico impiego. Tuttavia, Ministro Nicolais, è certamente un primo passo, un segnale che ci vede ben disposti e che, sul provvedimento in esame, vedrà la nostra collaborazione anche in sede emendativa.
La soppressione dell'articolo in esame in I Commissione Affari costituzionali non è dovuta alla mancanza di copertura segnalata dalla V Commissione bilancio, che ha semmai rappresentato il pretesto, ma non il vero motivo. In XI Commissione lavoro, si è verificato un precedente che conosciamo bene noi, il collega Rocchi, la collega Buffo e coloro che in tale Commissione hanno assistito a questa discussione o ne sono stati protagonisti. L'elemento politico di scontro, infatti, è stata una spaccatura forte all'interno della maggioranza tra chi sosteneva la soppressione e chi poi ha, francamente anche in forma impropria, optato per un parere favorevole, a condizione di stralciare l'articolo in questione. Tale procedura non appare certo consueta per una Commissione che deve esprimere un parere consultivo, ma questo è accaduto.
Il nodo vero è stato, infatti, il veto del sindacato sulla norma in esame: della CGIL-Funzione pubblica e degli altri confederali. Questa è stata la ragione per cui la Commissione lavoro ha proposto lo stralcio!
Vorrei, pertanto, porre una domanda, anche perché la Commissione lavoro, come tutti sanno, ha rilevato, nelle premesse al parere, che si conveniva sulla necessità della creazione di una autorità indipendente e autonoma sulla valutazione dei dipendenti della pubblica amministrazione. Da tale premessa, peraltro, non è conseguito un parere favorevole tout court, ma un parere favorevole, condizionato alla richiesta di stralcio.
Ebbene, questo è stato, certamente, il nodo centrale della questione! Una parte della maggioranza si è fatta portavoce di una protesta ferma, viva, forte dei sindacati, i quali hanno addirittura minacciato di ritirare la firma dal Memorandum siglato con il Ministro Nicolais, che non è la Carta costituzionale o il fondamento della nostra Repubblica, ma semplicemente un pezzo di carta con cui un ministro ed i sindacati raggiungono un'intesa. Ma - insomma! -, bisogna rispettare il ruolo del Parlamento, il ruolo del Governo, il ruolo delle istituzioni! Pertanto, si potranno anche scrivere Memorandum ma, per quanto riguarda la nostra impostazione, con tali atti non si fa altro che legare, mani e piedi, l'attività del Governo ad una concertazione costante, continua e ad una cogestione con il sindacato che noi contestiamo.
L'elemento di forza è stato il «no» del sindacato, rappresentato con grande coerenza da una parte della maggioranza parlamentare, ad un organo indipendente che non vedesse la cogestione e la compartecipazione del sindacato stesso.
Si tratta di una visione diametralmente contraria a quella che, invece, alcuni di noi hanno sposato e mi riferisco anche a colleghi della Rosa nel Pugno, penso al collega Turci, ed all'Italia dei valori in Commissione Affari costituzionali: quella della cosiddetta «proposta Ichino», vale a dire la creazione di un organismo indipendente che possa avviare un meccanismo di valutazione e anche di elaborazione di criteri e linee guida, perché sappiamo che non è semplice valutare il merito.
Tuttavia, è necessario, per forza di cosa, iniziare a fare qualcosa per dare un segnale e perché ciò è non solo quanto ci chiede l'opinione pubblica, ma ciò di cui abbiamo bisogno!
Tra l'altro, la visione di sinistra di aiutare i più deboli dovrebbe implicare l'adozione di misure per far funzionare la pubblica amministrazione, perché chi non ha la possibilità di ricorrere a strumenti alternativi ovvero al privato a pagamento, può rivolgersi solo al pubblico. Pertanto, la funzionalità delle strutture pubbliche costituisce uno strumento di aiuto e di sussidio alla popolazione che paga le tasse e spesso non riceve in cambio servizi corrispondenti.
Ritengo che questo dibattito si riaprirà. Come affermava il presidente Violante in Commissione, nulla osta al fatto che l'articolo 11 possa essere recuperato sotto forma di emendamento, a seguito della discussione.
Credo che questo sia l'auspicio del gruppo di Forza Italia, e non solo, che ha presentato un emendamento che va in questa direzione. Abbiamo presentato anche un'altra proposta emendativa che, a nostro parere, è addirittura migliorativa, poiché esprime, con maggiore incisività le misure che vorremmo approntare in ordine alla creazione di una autorità.
Non ci si venga a dire, per favore, che si tratta di un'iniziativa che ha dei costi, perché come risulta, ad esempio, dalla proposta dell'onorevole Turci, si coprirebbe finanziariamente con la soppressione di un'altra Authority. Non ci troviamo, pertanto, necessariamente di fronte ad un altro ente inutile.
Se poi vogliamo parlare degli enti inutili, possiamo anche farlo. Il Governo Berlusconi ed il ministro Tremonti, con la Commissione da lui istituita, avevano stilato una lista di enti inutili, la cui soppressione, tra l'altro, avrebbe comportato un risparmio di 250 milioni di euro, come previsto dalla legge finanziaria.
Cominciamo, pertanto, a domandarci dove sia finita l'eliminazione di questi enti inutili, visto che nella legge finanziaria c'è una posta che prevede un risparmio di 250 milioni di euro da queste soppressioni! Vogliamo parlare del sistema della giustizia? Dal rapporto del Il Sole 24 Ore di oggi si evidenzia che mobilità, efficienza, incentivi al personale potrebbero cambiare una situazione dove, molto spesso, l'assenza di mobilità o alcuni ricongiungimenti familiari lasciano scoperte le sedi del nord, come accade in tutti i comparti delle pubbliche amministrazioni, in fin dei conti.
Al di là dei problemi specifici, cominciamo a fornire un segnale! Questa potrebbe essere un'occasione: credo che il Governo, malgrado la sconfitta in Commissione Lavoro e in Commissione Affari costituzionali, possa contare sul buon senso di un Parlamento che discute liberamente e su forze politiche che considerano il dialogo e il dibattito prioritari rispetto alla firma di qualunque Memorandum.
Riteniamo, signor Ministro, che questo Parlamento, ancora un volta, sia sovrano e debba dimostrare di esserlo!
Ci auguriamo che il Governo non abbandoni questa battaglia; sarebbe un peccato se lo facesse, perché è una battaglia che noi consideriamo nostra, prima ancora che del Governo e che crediamo vada sostenuta con grande forza e vigore.
Riteniamo che non sia necessario che questa commissione, per forza di cosa, sia costituita all'interno del CNEL, perché può essere formata in altro modo; ma è assolutamente necessario agire e dare un segnale che attesti la volontà del Paese di alzare la testa e di opporsi alla contrattazione e alla cogestione costanti e permanenti, con un sindacato che, da troppo tempo (forse dal 1993), non dà più uno scatto d'orgoglio, non ci dimostra più di essere soltanto un sindacato antagonista e di voler lavorare per premiare il merito e che, troppo spesso, con il proprio comportamento, va a coprire delle sacche di inefficienza che non fanno onore al sindacato.
Il dibattito su il Corriere della sera ha fatto sì che tanti dipendenti pubblici scrivessero per ringraziare Ichino della sua proposta, perché è ovvio che un dipendente pubblico che lavora non può avere peggior frustrazione di essere trattato al pari di un dipendente pubblico che non lavora, e poiché di dipendenti pubblici che non lavorano ve ne sono tanti, questo è un problema di tutti!
Un grande impegno per la meritocrazia diventa, allora, il nostro obiettivo in questo momento, da portare avanti quando su tale provvedimento la discussione entrerà nel vivo e inizierà l'esame dell'articolo 1 con i relativi emendamenti; in questa fase presenteremo numerose proposte sulla produttività, sull'integrativa e su tanti altri aspetti che affronteremo volta per volta, e in quel senso verrà fuori l'anima delle forze riformiste e riformatrice e l'anima di chi, invece, al di là della demagogia, evidentemente risulta più predisposto a conservare sacche di privilegio e di inefficienze. Da ultimo, oggi, un'inchiesta di Giuliano Cazzola ci fornisce dati sui distacchi sindacali, sulla moltiplicazione delle poltrone, perciò chi si assesta sulla conservazione di tutto questo e dà il segnale di non voler cambiare registro, non credo faccia un favore né a se stesso, come forza politica, né ai propri elettori, perché vi è un malessere diffuso e la voglia di cambiamento proviene dal Paese.
La politica deve saper ascoltare il Paese ed essere all'altezza delle sue istanze migliori, più riformatrici e modernizzatrici; questa è la sfida che ci aspetta e che lanciamo al Ministro Nicolais e speriamo voglia raccoglierla.
A lui esprimiamo la nostra solidarietà, per ciò che la maggioranza è stata capace di fare con il suo operato politico nelle due Commissioni che hanno esaminato il provvedimento in esame, nonché alle altre forze politiche.
Ministro Nicolais, ci attendiamo uno scatto di orgoglio! Dimostrate di esserci, perché vogliamo andare avanti su questa linea!
LINK PER VISIONE INTERVENTO (FORMATO AUDIO/VIDEO)
http://www.camera.it/audiovideo/video.aspx?id=74936
I video di Simone Baldelli
VEDI GLI ALTRI VIDEO CANALE YOUTUBE
IL PARLAMENTARE DEL MESE
VEDI GLI ALTRI VIDEO CANALE YOUTUBE
IL PARLAMENTARE DEL MESE
lunedì 18 giugno 2007
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Iscriviti al: Podcast (Itunes)
Nessun commento:
Posta un commento