lunedì 30 luglio 2007

PARLAMENTO: IL 'PALAZZO' VISTO DAGLI ON. TRENTENNI, SERVONO PIU' CORAGGIO E VELOCITA'/ADNKRONOS

CAPOTOSTI (UDEUR), A VOLTE SEMBRIAMO MARZIANI
Roma, 29 lug. (Adnkronos) - Piu' veloci nel decidere, piu' coraggiosi nelle scelte, piu' a contatto con la realta' esterna, piu' attenti alle istanze dei giovani. Cosi' i trentenni che hanno varcato la soglia di Montecitorio, solo 52 su 630 eletti, vorrebbero la politica e le istituzioni. "Il Parlamento? Senza offesa, ma certe volte mi sembra di essere circondato da marziani...", dice all'ADNKRONOS Gino Capotosti, 33 anni, eletto in Umbria con l'Udeur, alla sua prima legislatura. Troppo, in certi casi, il distacco dalla realta': "in molti, qui come al Senato, sembrano non rendersi conto che fuori c'e' un mondo che viaggia su prospettive completamente diverse rispetto ai temi che, nel 'palazzo', vengono ritenuti cogenti".
"Prendiamo -argomenta Capotosti- il problema del lavoro. A loro, ai giovani, non gliene frega niente dei 10 o 15 euro in piu': cercano una prospettiva professionale, possibilmente basata sulla meritocrazia, vorrebbero poter sperare, dopo 5 o dieci anni, di diventare dirigenti. Se i politici facessero piu' spesso quattro passi fuori da qui se ne renderebbero conto". Quanto al funzionamento delle istituzioni Capotosti promuove Camera e Senato, auspicando pero' la trasformazione di palazzo Madama in Senato delle Regioni: "oggi -spiega- il bicameralismo perfetto non sembra essere piu' un'esigenza".


BORDO (ULIVO),DECISIONI LENTE
Il Parlamento, per dirla alla Celentano, non e' 'rock', e' 'lento', secondo Michele Bordo, pugliese, 34 anni, anch'egli alla sua prima legislatura ma tra le file uliviste, di provenienza Ds. "Sono rimasto un po' deluso -dice all'ADNKRONOS- perche' mi aspettavo una maggior velocita' decisionale. Si parla forse troppo e si decide poco, o quanto meno, in troppo tempo". Come rimediare? "Cambiando i regolamenti parlamentari per evitare i troppi passaggi che oggi caratterizzano il cammino di un provvedimento. Altrimenti -sottolinea Bordo- la gente potrebbe essere autorizzata a pensare che qui si lavora poco, si 'produce' poco. E invece l'impegno non manca. Solo che i tempi delle decisione sono troppo lunghi".
"Si potrebbe ad esempio -suggerisce Bordo- utilizzare di piu' la sede legislativa in commissione per abbreviare i tempi di approvazione". E c'e' il problema di dimostrare all'elettore, sul territorio, il proprio impegno. Ci sono le proposte di legge, si', ma il loro destino e' sempre incerto. Insomma, i 'poteri' dei parlamentari "non sono poi tanti. Spesso -dice il giovane deputato del centrosinistra- l'unico strumento sono le interrogazioni e le interpellanze. Ma se poi il governo non li trasforma in atti concrete, tutto finisce li'. E non e' facile spiegarlo agli elettori". I parlamentari, poi, "sono troppi. Anche questo -sottolinea Bordo- contribuisce ad allungare i tempi. Bisogna 'tagliare' non solo i costi, ma anche i numeri della politica".


MELONI (AN), INDISPENSABILE MANTENERE CONTATTO CON REALTA' ESTERNA
La sfida resta quella di "trasformare i palazzi della politica in palazzi di cristallo", ma la cosa piu' importante e' "non chiudersi, mantenere il contatto con la realta' esterna per comprendere a pieno le istanze e le esigenze dei cittadini", dice all'ADNKRONOS Giorgia Meloni, una delle piu' giovani, con i suoi 30 anni, fra le nuove leve della politica. E fra i trentenni che oggi siedono in Parlamento, l'esponente di An e' sicuramente tra coloro che hanno bruciato le tappe, dal momento che ricopre la carica di vice presidente dell'assemblea di Montecitorio.
E' diversa la politica che si fa sul territorio, a contatto con i cittadini, 'in mezzo alla gente', rispetto a quella del palazzo? "Qui -risponde Meloni- i meccanismi sono complessi, elaborati. A volte farraginosi. E non sarebbe sbagliato cercare di renderli piu' gestibili, piu' agili, piu' comprensibili anche all'esterno. Ma una delle cose che ho capito entrando qui e' che ci si puo' restare cinque anni decidendo di non fare nulla, oppure lavorando come matti. Naturalmente, e' una scelta che spetta ad ogni singolo deputato, ma il 'palazzo' ti da' la grande opportunita' di trasformare le idee e i valori in qualcosa di tangibile, in 'mattoni' per la costruzione di nuove regole e comportamenti che poi si trasferiscono nella societa'".


BALDELLI (FI), SERVE 'FERMO BIOLOGICO LEGISLAZIONE'
Va invece un po' controcorrente Simone Baldelli, 35 anni, gia' consigliere regionale per Forza italia ed ora alla sua prima legislatura. La sua proposta, provocatoria ma non troppo, e' quella di un "fermo biologico della legislazione", una pausa di riflessione per capire quali siano, fra le tante prodotte dal sistema legislativo italiano, le leggi 'inutili' e quelle da armonizzare fra loro. E poi, una volta l'anno, legiferare proprio per 'alleggerire' il carico di leggi esistenti. "Sento molto -dice all'ADNKRONOS- la responsabilita' di fare il deputato: bisogna studiare, molto ed in continuazione. Chi dice che occorre legiferare accelerando il passo, probabilmente non capisce che, purtroppo, spesso in Parlamento si vota un provvedimento senza neppure sapere di cosa si tratti. E non si fa certo un buon servizio ai cittadini".
"Kafka diceva che le catene del popolo sono fatte dalle carte dei ministeri. E il Parlamento, sotto la spinta dei piu' giovani, -sottolinea Baldelli- dovrebbe discutere piu' approfonditamente i temi piu' importanti. E con tutto il tempo necessario, perche' la fretta nel legiferare produce pasticci ed i pasticci si ripercuotono sulle tasche dei cittadini". E poi, piu' spazio ai giovani: "e' per questo -dice Baldelli- che un certo distacco dalla realta' esterna esiste, soprattutto rispetto alle nuove generazioni perche' queste sono poco rappresentate nelle aule parlamentari".


FUGATTI (LEGA), PIU' VICINI A POPOLO
"Manca il collegamento con il popolo, con la gente", dice all'ADNKRONOS Maurizio Fugatti, 35 anni, tra le giovani leve del Carroccio alla Camera. "E manca il coraggio di mandare in Parlamento piu' giovani", aggiunge, rivendicando alla Lega il merito di avere a Montecitorio il gruppo piu' giovane di tutta la Camera: i trentenni padani sono 12, come quelli di Forza italia, ma il partito del Cavaliere conta 133 deputati e quello di Bossi 22. "Non c'e' la consapevolezza -aggiunge il giovane leghista- di dover rappresentare determinate istanze ed esigenze dei giovani, anche sul tema, fondamentale, delle pensioni. Anche per questo si crea quel distacco tra la gente e le istituzioni, quella crisi di rappresentanza che alimenta l'antipolitica".

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