martedì 20 ottobre 2009

MOZIONE CONCERNENTE INIZIATIVE IN MATERIA DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO

La Camera,
premesso che:
la cooperazione allo sviluppo, quale parte integrante della politica estera del nostro Paese, si fonda su due basi prioritarie: la prima è l'esigenza solidaristica di garantire a tutti gli abitanti del pianeta la tutela della vita e della dignità umana; la seconda vede nella cooperazione allo sviluppo il metodo per instaurare, migliorare e consolidare le relazioni tra i diversi Paesi e le diverse comunità. Questo scambio, oltre che far crescere la conoscenza reciproca necessaria a comprendere le reali necessità delle comunità locali destinatarie degli interventi, favorisce relazioni finalizzate ad una crescita economica, ma soprattutto sociale ed umana, rispettosa dell'ambiente e delle diverse culture e che sappia tutelare i beni comuni, come acqua, cibo ed energia, così da assicurare la crescita del benessere delle popolazioni e perseguire la pace tra i popoli;
gli aiuti italiani per la cooperazione allo sviluppo, nonostante la grave crisi economica internazionale, i vincoli europei del Trattato di Maastricht e l'urgenza del risanamento economico, sono stati nel 2008 pari allo 0,22 per cento del prodotto interno lordo, con un incremento di 850 milioni di dollari rispetto all'anno 2007. L'obiettivo resta quello di raggiungere lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo entro l'anno 2015. Per raggiungere questo obiettivo è necessario mirare a un'impostazione complessiva di sviluppo, che consiste nel creare le condizioni per mobilitare con efficacia tutte le sinergie del sistema-Paese ovvero tutti quei fattori che contribuiscono allo sviluppo sostenibile. In particolare, solo attraverso una sinergia di sforzi pubblici e privati si potranno aumentare le capacità del «sistema aiuti». Una maggiore e più complessiva compartecipazione del mondo economico e, in particolare, delle imprese potrà far raggiungere obiettivi come un più veloce radicamento delle attività di cooperazione nei Paesi in via di sviluppo e l'esportazione di buoni modelli produttivi e di gestione. Esportare, infatti, buoni modelli produttivi, come quello dell'impresa italiana, non significa imporre, ma proporre modelli virtuosi di sviluppo privato. La sinergia tra pubblico e privato può così dare nuova spinta alla cooperazione e proporre nuova ricchezza, soprattutto per l' Africa;
il metodo di rendere più efficaci gli aiuti risulta essere importante proprio in questo periodo di crisi economica internazionale. Ovvero è fondamentale razionalizzare le risorse economiche e responsabilizzare di più i donatori e i beneficiari. È quanto stabilito dalla Dichiarazione di Parigi sull'efficacia dell'aiuto del 2005, firmata in ambito Ocse-Dac, che prevedeva già un criterio di reciproca responsabilità fra le istituzioni e i Paesi donatori e quelli beneficiari;
il nuovo modello di sviluppo dovrebbe guardare di più al destinatario che al flusso di risorse, mentre solitamente ci si preoccupa di più dell'elargizione e del fatto che il denaro sia arrivato o meno a destinazione. Vanno, quindi, introdotti un meccanismo più efficace di coordinamento a livello nazionale tra lo Stato, le regioni, gli enti locali ed i soggetti privati, maggiore qualità per gli aiuti pubblici e la cosiddetta accountability per le istituzioni finanziarie internazionali, cioè la certezza e la verifica dei fondi emessi per i Paesi poveri dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale;
la cooperazione è anche un investimento per il nostro futuro. Infatti, se si pensa allo sviluppo dei Paesi di origine dei flussi migratori, questo diviene uno strumento fondamentale per evitare che gli immigrati partano verso l'Europa e verso il nostro territorio. Quindi, le risorse impiegate nei Paesi di origine degli immigrati sono importanti perché determinano non solo un freno all'immigrazione sul nostro territorio, ma rientrano anche negli obiettivi fondamentali della scelta cooperativa;
l'Italia, anche in sede di G8, si è impegnata a contribuire a superare le cause del conflitto che in Africa assumono gli aspetti più cruenti delle lotte etniche e dell'oppressione religiosa, quest'ultima, purtroppo, riapparsa recentemente. Attraverso la cooperazione allo sviluppo, l'Italia si è adoperata a creare condizioni di vita migliori, lottando contro la povertà, l'analfabetismo, con l'unica consapevolezza che il fine dell'attività di cooperazione deve essere il rispetto della dignità dell'uomo. La creazione del partenariato globale per l'agricoltura e la sicurezza alimentare ha costituito uno dei temi chiave della presidenza italiana del G8, insieme alla salute, all'istruzione ed alle problematiche connesse con la governance dell'acqua e con un più equo accesso e condivisione di questa preziosa risorsa. Tutto ciò ha, infatti, una grande influenza sulla stabilità politica e sociale e sulla pace. Inoltre, sconfiggere le pandemie e le malattie endemiche e rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi in via di sviluppo sono due degli obiettivi fondamentali per la cooperazione italiana, fra loro strettamente connessi. L'Italia si è impegnata attivamente sia sul piano bilaterale che multilaterale, con una convinta partecipazione ed un ruolo spesso primario in forme innovative di finanziamento per la sanità e la lotta all'aids, alla tubercolosi e alla malaria;
al G8 i Paesi più ricchi hanno deciso di stanziare 20 miliardi di dollari in tre anni per favorire un'agricoltura sostenibile nei Paesi poveri africani e garantire loro l'autosufficienza alimentare. Ora cambia totalmente la strategia di aiuto. Il denaro sarà destinato direttamente a specifici progetti di sviluppo, per non correre il rischio di conferirli a Governi inefficienti o corrotti. I Paesi del G8 hanno ribadito che sono la povertà e la mancanza di prospettive ad alimentare i conflitti e le guerre civili, ad incoraggiare traffici illeciti di armi, droga ed esseri umani, a fomentare il radicalismo ed il terrorismo;
l'Africa è la prima priorità della cooperazione allo sviluppo italiana, alla quale sono destinate molte risorse disponibili per interventi di cooperazione. La centralità dell'Africa per la cooperazione è stata ribadita in occasione del G8. È necessario, infatti, incoraggiare l'inclusione delle istituzioni africane in un quadro di responsabilità condivise, collaborazione ed impegno reciproco, con il fine di migliorare la crescita dei Paesi africani. È opportuno, infatti, rafforzare il dialogo politico tra i Paesi del G8 e l'Africa e allo stesso tempo lavorare per un coinvolgimento maggiore delle economie emergenti: Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica ed Egitto, con lo scopo ultimo di condividere maggiori responsabilità per il miglioramento della governance globale;
fondamentale è poi il rapporto con le organizzazioni non governative che sono strutture essenziali nell'attuazione degli interventi di emergenza e, più in generale, nel settore delle iniziative riguardanti la sicurezza alimentare e la lotta alla malnutrizione, che sono state alcune delle priorità essenziali della presidenza italiana del G8. L'importanza di questa tipologia di soggetti è, infatti, cresciuta nel corso degli anni ed oggi le organizzazioni non governative, anche grazie ad un evidente percorso di professionalizzazione e di specializzazione, hanno ormai ottenuto un grado di riconoscimento e legittimazione che le pone, a tutti gli effetti, come attori protagonisti nel settore della cooperazione internazionale;
nelle proposte di stanziamenti per la cooperazione allo sviluppo contenute nel disegno di legge «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2010 e bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012» non figurano attualmente previsioni, sia pur graduali per i vincoli di finanza pubblica, di incrementi che possano indicare l'inizio di un percorso di progressivo avvicinamento del nostro Paese agli obiettivi internazionalmente fissati di rapporto aiuto pubblico allo sviluppo/reddito nazionale lordo;
sarebbe invece prezioso, per la credibilità e l'immagine internazionale dell'Italia e, soprattutto, al termine della nostra unanimemente apprezzata presidenza del G8 e in vista dell'esame che sarà svolto nel 2010 alle Nazioni Unite sullo stato di avanzamento degli obiettivi del millennio, fornire alla comunità internazionale una chiara conferma dell'inversione di tendenza verificatasi nel 2008 - con una percentuale di aiuto pubblico allo sviluppo rispetto al reddito nazionale lordo dello 0,22 per cento - rispetto al 2007 (0,19 per cento);
come in più occasioni è stato ribadito anche al più alto livello di Governo, l'Italia ha reiterato la propria volontà di onorare gli impegni assunti, sebbene con la gradualità necessaria per i severi limiti posti dalle condizioni della finanza pubblica ed aggravati dagli effetti della crisi finanziaria internazionale, che non consentiranno di raggiungere nel 2010 la tappa intermedia di un rapporto dello 0,51 per cento fra aiuto pubblico allo sviluppo e reddito nazionale lordo, nella direzione dello 0,7 per cento nel 2015;
le stime più recenti, frutto di congiunte elaborazioni del ministero degli affari esteri e del ministero dell'economia e delle finanze, per il 2009, indicano attualmente un rapporto aiuto pubblico allo sviluppo/reddito nazionale lordo che potrebbe oscillare intorno allo 0,17 per cento, salendo allo 0,18 per cento nel 2010, ma tornando intorno allo 0,17 per cento nel 2011;
fondi di cooperazione del ministero degli affari esteri e le risorse umane preposte alla loro programmazione e gestione rivestono carattere strategico, sia per la visibilità della cooperazione italiana, in quanto consentono interventi bilaterali sul terreno, sia per la loro capacità di aggregare e mobilitare altre risorse facendo sistema, senza tralasciare l'importante ruolo che rivestono nel promuovere l'immagine e il prestigio dell'Italia;
per tali loro valenze possono contribuire anche al raggiungimento degli obiettivi di stabilità e di progresso socio-economico in aree d'importanza cruciale per la provenienza dei flussi d'immigrazione clandestina, spesso connessi a fenomeni di criminalità organizzata, che mettono a repentaglio la sicurezza del nostro Paese,

impegna il Governo:

a non interrompere, nell'esercizio finanziario in corso, il processo di graduale incremento del rapporto aiuto pubblico allo sviluppo/reddito nazionale lordo, registratosi nel 2008, anche mediante il versamento di contributi italiani pendenti, con particolare riferimento ai 130 milioni di euro dovuti al fondo globale per la lotta all'aids, alla tubercolosi e alla malaria (altrettanti saranno dovuti nel 2010), ai 30 milioni di dollari aggiuntivi per il fondo stesso, su cui il Presidente del Consiglio dei ministri si è positivamente espresso in occasione del vertice G8 dell'Aquila, a una prima quota di quanto l'Italia deve come adempimento degli obblighi assunti con la Convenzione di Londra sugli aiuti alimentari e ad un primo versamento dei contributi per banche e fondi di sviluppo multilaterali, cui l'Italia si è impegnata;
a dare continuità a questo percorso anche nel triennio 2010-2012, verificando, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, la fattibilità di un piano di riallineamento dell'aiuto pubblico allo sviluppo che, a partire dal triennio in questione, porti gradualmente l'Italia verso il raggiungimento degli obiettivi internazionalmente fissati, sia pure in un arco temporale più esteso, dando attuazione agli impegni in tal senso confermati dal Governo stesso e conferendo, in tal modo, alla cooperazione del nostro Paese quella prevedibilità che è unanimemente giudicata uno dei canoni fondamentali dell'accountability sul piano internazionale;
a garantire tale continuità mediante l'integrazione, nell'ambito del citato piano di riallineamento, dei fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo, anche con le risorse umane necessarie sul piano quantitativo e qualitativo;
sempre nell'ambito di tale piano di riallineamento, a considerare anche la necessaria dotazione delle risorse indispensabili a far fronte agli impegni assunti nei confronti del fondo globale, che nel 2010 chiamerà i donatori ad impegnarsi per il suo rifinanziamento nel triennio 2011-2013.
(1-00254)
«Boniver, Stefani, Iannaccone, Pianetta, Dozzo, Antonione, Baldelli, Pini, Marsilio, Nirenstein, Angeli, Biancofiore, Bonciani, Renato Farina, Lunardi, Malgieri, Migliori, Osvaldo Napoli, Nicolucci, Picchi, Repetti, Ruben, Zacchera».
(19 ottobre 2009)

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